Perché ascoltare, cosa ascoltare: Beethoven, Sinfonia n.5 – l’Orchestra Corallium al Teatro Bellini
Imperdibile appuntamento con la musica di Beethoven al Teatro Bellini, dove l’Orchestra Corallium ha suonato la “Sinfonia n.5”.
Questo concerto è stato rivolto a tutte le persone che hanno voluto sperimentare una nuova esperienza di ascolto, non occorre essere esperti di musica classica ma semplicemente curiosi.
Lo scopo è stato quello di tracciare delle linee guida per una maggiore comprensione emotiva della musica e allenare il proprio animo a muoversi con maggiore disinvoltura in un mondo musicale straordinariamente affascinante. Il tutto è avvenuto attraverso un confronto aperto direttore/ascoltatore, esempi suonati e ripetuti “in tempo reale” dall’orchestra ed analisi degli elementi caratterizzanti delle componenti musicali di uno dei brani proposti (Sinfonia n.5 di L. V. Beethoven).
L’ascoltatore è potuto intervenire, fare domande ed osservazioni, suggerire immagini dettate dall’ascolto o dare chiavi di lettura emotive personali che sono state discusse ed analizzate.
Capire perché si sente l’esigenza di ascoltare «deve prevedere un’apertura mentale ed un’attività di ricerca da parte dell’ascoltatore che risulta talvolta estremamente difficile da raggiungere senza alcuna opportuna indicazione su come orientarsi». (Claudio Carracci)
Ben quattro anni impiegò il Maestro a dare la veste definitiva a questa Sinfonia, attraverso rifacimenti e innumerevoli ritorni. “Ecco il destino che batte alla porta”: una tradizione degna di fede vuole che Beethoven si sia così espresso riferendosi all’attacco della Sinfonia formato di quattro note lapidarie e scultoree, sicuramente uno degli incipit più conosciuti nella storia della musica. Ed è un destino contro cui Beethoven lotta, che Beethoven vince e ricaccia nella tenebra della superstizione in nome della chiarezza della ragione umana.
Nel primo tempo della Quinta, “Allegro con brio”, si scatena così un violento turbine, dove c’è da osservare che il solo protagonista rimane praticamente l’inciso iniziale, dal momento che il secondo tema cantabile fa solo poche fugaci apparizioni e l’arte di Beethoven raggiunge altezze vertiginose nel trarre da un elemento di poche note una serie meravigliosa di variazioni e di contrasti che comunicano con l’ascoltatore con immediatezza e vigore inarrivabili.
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